Il punto è: sappiamo di esserlo?
Probabilmente no, perché nessuno si è mai sognato di chiedere alla propria banca, istituto di credito o cassa di risparmio, come vengono investiti i nostri soldi.
Non importa quanti soldi hai sul conto, o se la tua banca ti offre tanti servizi, degli interessi vantaggiosi o dei canoni bassi.
Tutte, incluse Poste Italiane, usano i tuoi soldi per speculare nel gran casinò sregolato della finanza, i famigerati mercati dove tutto è merce, anche gli stessi contratti di acquisto (i derivati, o i derivati dei derivati, suprema supercazzola finanziaria di cui si compongono le bolle che portano alle “crisi”).
La politica delle democrazie del mondo sottostá alla volontá del mercato e le stesse leggi vengono spesso cambiate per favorire le transazioni sempre più folli e lontane dal mondo reale, causando effetti collaterali devastanti come politiche di austeritá, tagli allo stato sociale, schiavitù e impoverimento di sempre più famiglie e persone.
Il primo passo da compiere è smetterla di alimentare questo giochino folle riservato a pochi privilegiati speculatori (mi riferisco a chi gioca pesante, non a chi si fa ingolosire dalle opzioni binarie online o segue le dinamiche del “parco buoi”).
La lobby finanziaria si arricchisce senza lavorare, produrre nulla né offrire servizi: semplicemente crea soldi dai soldi, comprando e vendendo puntando solo ai ricavi, senza neanche toccare o vedere quello che commerciano.
Informati sull’uso dei tuoi depositi.
La Banca d’Italia in teoria dovrebbe garantire la trasparenza dell’uso dei depositi dei correntisti, ma non lo sta facendo e difficilmente lo fará.
La convinzione diffusa è che le banche siano l’anima dell’economia, e che ogni intervento esterno, regolatore, è da scongiurarsi, a meno che non si tratti di un salvataggio.
Non voglio offrire una soluzione, ma porre un problema: lasciare i soldi in una banca non è oggi più sicuro di tenerli sotto il cuscino o nell’armadio di casa.
Se, come prevedibile, grazie al bail in alcune delle nostre banche falliranno nei prossimi mesi, forse possiamo anticipare il finale classico: pagare il conto dell’ennesimo pasticciaccio finanziario in qualitá di risparmiatori disinformati.
Oggi le alternative esistono, le banche etiche sono nate proprio per questo e oltre a favorire lo sviluppo di progetti sociali ed economici di piccolo e medio taglio, non aderiscono alla politica classica delle banche attuali: privatizzare i profitti e socializzare le perdite.
Informiamoci e smettiamola di alimentare la principale causa dei problemi attuali: la dittatura del mercato.
Ricordiamoci che l’economia è un’invenzione umana, siamo noi stessi ad alimentarla e possiamo fare la nostra parte sempre, come consumatori e come risparmiatori!
I soldi hanno un valore perché noi crediamo che lo abbiano.
Che senso ha consegnare volontariamente quel valore nelle mani di chi specula, alimenta il mercato delle armi o sostiene qualche attivitá che noi non faremmo mai, come un lavoro non pagato?